Ciao a tutti e ben trovati! Come sono andate le vostre vacanze? “Sieti pronti? Sieti già chaldi? Bene, anch’io!”. Sì, è un non troppo velato riferimento alla Madonna più amata dagli italiani, alla quale faccio nuovamente tanti auguri di buon compleanno. No, non parlerò di Miss Ciccone.

Quante volte avete sentito la frase “dietro ad un grande uomo, c’è sempre una grande donna”? Un triliardo o poco più, comprendo. Ebbene, mai proverbio fu più inadeguato ed inutile di questo.

Dietro un uomo? Giammai! Al fianco, forse, ma propenderei per il passo in avanti. Ed è così che è andata per Eleonor Roosvelt, first lady e moglie del presidente americano Franklin Delano Roosvelt.

Nasce Anna Eleanor Roosvelt a New York l’11 ottobre 1884 e il cognome è proprio il suo, il futuro presidente e marito è infatti suo cugino. Rimane orfana a soli 10 anni e viene cresciuta dalla nonna materna, in un ambiente piuttosto ostile. La cara zia “Bamie”, compresa la sua difficoltà, la allontana dall’antipatica parente consentendole un’esistenza più serena dopo essere stata amorevolmente accolta in casa dello zio Theodore Roosvelt. L’incontro con il futuro marito avviene proprio qui, nella nuova dimora, ma solo qualche anno dopo. La dolce zia la incoraggia a studiare e Eleanor inizia a frequentare una scuola femminile nei dintorni di Londra dove fa la conoscenza  della sua mentore, Mademoiselle Marie Souvestre capoinsegnante. La donna femminista convinta e di idee molto progressite la inizia alle cause liberali, la porta in viaggio per l’Europa stimolandola allo studio di storia e letteratura e soprattutto ad interessarsi di giustizia sociale. L’aiuta a vincere la timidezza insegnandole ad esprimere liberamente e senza remore le proprie opinioni. “Mademoiselle Souvestre scioccava con il suo pensiero, ma questo alla fine aveva un effetto benefico” raccontò la Roosvelt. La crescita emotiva e culturale provocata dalla frequentazione dell’insegnante, è determinante per la giovane donna. 

Al rientro a New York comincia a frequentare il cugino Franklin al tempo studente di Harvard e qui son dolori, per Eleonore. La madre del futuro presidente, è da sempre contraria al matrimonio  e riesce a farlo rimandare addirittura per 16 mesi. Non paga spedisce il figlio, nel tentativo di far gli dimenticare la fidanzata, in un lungo viaggio con gli amici. Per lei la nuora ha poco carattere, non  è particolarmente carina e soprattutto è poco esperta della vita.

Oh, le socere so’ socere, eh? Pure dall’altra parte del mondo! Ma Eleanor ha le idee ben chiare e nel 1905 convola a nozze con l’amato. 1-0 per lei!

Eleanor e Franklin Delano Roosevelt

Le difficoltà non mancano perché l’arpia suocera fa di tutto per mettere i bastoni fra le ruote alla coppia. Si impone nella loro vita privata, sceglie pure l’arredamento di casa che si trova, ca va san dire, a pochi metri dalla sua. La svolta arriva quando Franklin contrae la poliomielite e rimane paralizzato alle gambe. La madre invita il figliolo a ritirarsi dalla vita politica e rassegnarsi al proprio destino, ma è proprio qui che la forte personalità di Eleonor si impone. Convincere il marito a puntare sulla ben avviata carriera e promette di diventare “le sue gambe e le sue orecchie”. Un matrimonio non  è stato in ogni caso particolarmente felice, date le continue avventure del marito. Eleanor partorisce 6 figli e stanca dei tradimenti pensa di chiedere il divorzio, ma ritorna sui suoi passi quando comprende che essere la moglie di un uomo potente e molto ricco le regala la giusta esposizione per sponsorizzare le sue battaglie. Annuncia di non volere tenere discorsi per la campagna presidenziale di Franklin, per mantenere separata l’attività politica del marito dalle sue attività personali. Alla nomina del consorte a governatore di New York nel 1928, Eleonor comincia a presenziare case, ospedali e prigioni per suo conto. Ha carisma, è affasciante e gode della stima di molti, tanto da perdere presto l’appellativo “moglie di”. Nello stesso periodo lavora anche per diverse associazioni che lottano per il riconoscimento dei diritti delle donne e degli afroamericani. L’energia positiva di Eleanor spinge Franklin a continuare la sua ascesa politica e infatti diviene il 32° presidente degli Stati Uniti d’America, vincendo le elezioni per ben 4 volte.

Eleanor Roosevelt diventa la prima First Lady attivista.

Attraverso conferenze stampa e una rubrica quotidiana che cura personalmente su alcuni giornali, mantiene il contatto con il pubblico circa le politiche sociali della Casa Bianca, in particolare il New Deal, il piano di riforme economiche e sociali del governo. Diventa anche una speaker radiofonica, circa un decennio prima di arrivare alla Casa Bianca. Convince il marito a creare il National Youth Administration (NYA) che ha fornito aiuti finanziari agli studenti e la formazione professionale per giovani, uomini e donne. Si impegna e lavora con le organizzazioni in difesa dei neri americani come l’Associazione Nazionale per il Progresso della Gente di Colore e nel 1939 si dimette dall’incarico presso le Figlie della Rivoluzione Americana (che soprattutto le ragazze avranno sentito più volte nominare nella serie tv “Una mamma per amica”). La decisone matura quando l’associazione impedisce alla cantante nera Maria Anderson di esibirsi nella propria sala concerto. 

Eleanor Roosevelt in radio

Alla morte del marito nel 1945, Eleanor non si ritira a vita privata e il nuovo presidente Truman le chiede di diventare rappresentante per i Diritti Umani presso la Commissione delle Nazioni Unite. Diviene quindi presidente della Commissione ONU per i Diritti Umani e nel 1946 riceve la nomina ad ambasciatrice degli USA.

Finita la guerra si impegna per la ratifica della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo da parte delle Nazioni Unite che viene approvata il 10 dicembre 1948 con soli 8 astenuti. Lei stessa definisce il documento “la Magna Charta di tutta l’umanità”. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha affermato la vita, la libertà e l’uguaglianza a livello internazionale per tutte le persone, indipendentemente dalla razza, credo o colore ed è parte integrante delle costituzioni di molte nazioni. Ancora oggi protegge i diritti degli uomini e delle donne in tutto il mondo.

Eleanor Roosevelt mostra la “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”

Eleanor si interessa anche di politica estera, fa diversi viaggi al fronte per supportare le attività della Croce Rossa e per sollevare gli animi delle truppe. Si spende molto per la causa degli uomini e degli ufficiali della Marina, visitando di frequente gli ospedali in cui sono ricoverati. In più chiede spesso al governo di attuare più programmi in sostegno loro e delle famiglie.

Getta le basi perla costituzione della Freedoom House un istituto di ricerca per la promozione della pace e della democrazia nel mondo, raccogliendo molti fondi. Ha scritto diversi libri e ha presieduto anche la “Commissione presidenziale sulla condizione delle donne” della quale è stato  presidente John F. Kennedy.

Duramente criticata per le sue scelte “strane” di vita pubblica, come diventare testimonial di alcuni prodotti commerciali, ribatte spiegando con il suo candore e l’intelligenza di cui è ampiamente dotata, che tutto quello che fa serve per raccogliere fondi per le sue associazioni benefiche, per le cause in cui crede, non per sé stessa. Adlai Stevenson un ex candidato democratico alla presidenza scrive di lei: «Avrebbe preferito accendere una candela che maledire l’oscurità».

Eleanor non ha mai abbandonato il suo spirito combattivo e ottimista neanche durante gli eventi più cruciali del ventesimo secolo come la Grande Depressione, la Seconda Guerra Mondiale, l’istituzione delle Nazioni Unite. 

Muore a New York il 7 novembre 1962, a settantotto anni. 

È stata tra i primi personaggi pubblici a difendere i diritti civili degli afroamericani, delle donne, dei lavoratori americani, dei poveri e dei giovani. Ha sovvertito le sorti di una moglie destinata a subire ciò che la società si aspettava da una donna: la sottomissione al marito fedifrago, la rinuncia alla propria vita sociale, la sopportazione delle angherie di una suocera invadente, il ruolo di First Lady un passo indietro al proprio marito. Non ha mai intentato azioni che potessero ledere la vita politica del consorte, ma ha scelto la libertà di averne una propria, di portare avanti le personali ideologie e anzi, convincere il presidente degli Stati Uniti a sostenerle e farle sue. Dopo di lei solo Hillary Clinton ha avuto un ruolo politico così importante come prima donna presidenziale. 

In uno dei suoi discorsi ha dichiarato: “La libertà richiede moltissimo ad ogni essere umano. Con la libertà viene la responsabilità. Per la persona che non vuole crescere, la persona che non vuole portare il suo peso, questa è una prospettiva terrificante”. 

Eleanor Roosevelt

Ha speso tutta la sua vita per liberare gli oppressi, i deboli, gli emarginati, liberando in primis se stessa da una lunga serie di stereotipi sociali, che vedevano le donne anche nelle pubblicità, ai piedi dei propri uomini. È stata in grado di affermarsi come donna, come politica, come benefattrice al punto tale che al nome Roosvelt, l’immaginario collettivo associa più facilmente il suo volto e non quello del marito.  

Eleanor Roosvelt è stata una moderna rivoluzionaria capace di compiere quel passo in avanti, un bel balzo direi oltre allo stereotipo sociale che relegava e purtroppo ancora oggi relega la donna ad un ruolo minore, all’ombra del proprio compagno, possibilmente dimessa. 

Eleonor Roosvelt è stata una grande donna.

Punto.

Link della puntata https://www.spreaker.com/episode/40387288