Quanti di voi seguono il calcio? Tanti direi, non per altro è lo sport nazionale per eccellenza e le statistiche lo confermano. La percentuale di preferenze  è addirittura del 52% tra tifosi, appassionati e giocatori più o meno professionisti e, negli ultimi tempi, anche molte donne…ma stiamo parlando di calcio maschile.

!È uno sport da uomini!”  mi par di sentire in lontananza…ma ne siete proprio sicuri?

Poteva essere vero fino a qualche anno fai, poi ci ha pensato Keira Knightley quella di “Orgoglio e pregiudizio”, “I pirati dei Caraibi”…dicevo,  al cinema ci ha pensato lei a sdoganare lo sport più maschio in assoluto, almeno in Italia, con il film “Sognando Beckam” nel quale interpreta una giovane pulzella che rincorre il pallone che manco Ronaldo in Champions League. È stata tra l’altro, la prima pellicola occidentale ad essere trasmessa dalla televisione nordcoreana, ma sto divagando, torniamo a noi. Avete mai sentito parlare di Carolina Morace?

Ex calciatrice e stella della Nazionale femminile, nel ruolo di attaccante,  diventata poi dirigente sportiva e allenatrice, Carolina Morace nasce a Venezia il 5 febbraio 1964.

Debutta con la maglia azzurra nel 1978, contro la Jugoslavia. Conta 153 presenze, 105 gol e il titolo meritatissimo di miglior marcatrice nella storia della Nazionale, niente male per una femminuccia! Nella sua lunga carriera ha vinto 12 scudetti, 2 Coppe Italia e una Supercoppa italiana e Serie A per 12 volte è stata capocannoniere di cui 11 consecutivamente consacrata come giocatrice più forte di tutti i tempi (al fianco di Elisabetta Vignotto e Patrizia Panico).Si è ritirata 19 anni dopo, nel 1997

E mica si è fermata qui! È stata allenatrice della Lazio Calcio femminile. Nel luglio 1999 viene  nominata allenatrice della Viterbese (all’epoca in Serie C1 e presieduta da Luciano Gaucci), divenendo la prima donna ad allenare una squadra di calcio professionistica maschile. Dal 2000 al 2005 è stata commissario tecnico della Nazionale di calcio femminile dell’Italia e poi Nazionale di calcio femminile del Canada, con cui ha vinto la CONCACAF Women’s Gold Cup di Messico 2010, la seconda per il Canada, ottenendo così la qualificazione al Mondiale di Germania 2011.

Nel 2014 è la prima donna a essere inserita nella Hall of Fame del calcio italiano.

 

Nel 2016 è l’allenatrice della Nazionale di calcio femminile di Trinidad e Tobago. Il 22 giugno 2018 viene ingaggiata come tecnico del neonato Milan Femminile o Milan Woman.

 

Si interessa al calcio fin da bambina. In un’intervista al Sole24ore ha dichiarato: “Essere figlia di un ufficiale di Marina mi ha aiutato, perché con la mia famiglia abitavamo in una struttura dove c’erano diverse attrezzature sportive, e allora mi è venuto spontaneo cominciare a giocare a calcio, fin da piccolissima”. La famiglia l’ha sempre appoggiata, a patto che non trascurasse lo studio e così fa. Per ancora non lo sapesse è laureata in Giurisprudenza ed esercita la professione di avvocato dal 1998.

Il potenziale del calcio femminile è secondo lei altissimo, ma solo all’estero dove è uno degli sport più praticati dalle ragazze. “In Italia abbiamo appena iniziato a fare sul serio con il coinvolgimento delle società professionistiche”.

Il problema di fondo secondo la Morace è puramente culturale. Ai microfoni de La Repubblica ha detto che “Va cambiata la nostra cultura sulla parità di genere. Teniamo conto che in Italia, a differenze di molti altri paesi nel mondo, le donne non sono aiutate a sufficienza. In Australia per esempio, le mamme che vogliono fare sport, possono portare con loro i piccoli perché ci sono spazi adeguati per il loro intrattenimento.”

Chiaramente non è un discorso legato solo al mondo del calcio, ma molto più generale.

Senza troppo polemizzare, ha fatto sapere la sua anche per quanto riguarda il trattamento economico. Sempre su Repubblica “In Italia la disparità di trattamento di genere è evidente a tutti. Disparità di trattamento economico quando uomo e donna fanno lo stesso lavoro c’è anche nello sport”.

Sicuramente fosse stata un uomo avrebbe avuto qualche zero in più in banca.

È anche questo il motivo per il quale il calcio femminile risulta a molti meno interessante. “Le grandi giocatrici straniere – ha spiegato alla Gazzetta dello Sport  non vengono a giocare in Italia per 30.000 euro, ne consegue la mancata opportunità per il pubblico di vedere quale potrebbe essere uno spettacolo degno di nota e in più le giocatrici italiane in questo modo non possono crescere, non avendo possibilità di giocare un campionato competitivo come ad esempio la Champions League”.

Nel 1992 ha vestito i panni della conduttrice di Galagoal, in onda su Telemontecarlo, prendendo il posto di Alba Parietti. Ma non è tutto, perché la voce di Carolina Morace accompagna grandi eventi del calcio come commentatrice ad esempio dei Mondiali di Francia 2019 che hanno impegnato la Nazionale femminile. Ad inizio aprile sul suo canale Youtube ha inaugurato la rubrica “Pillole di calcio” un format calcistico che analizza le squadre di Serie A in vere e proprie pillole di approfondimento, con il contributo del match analyst Michele Tossani.

È ambasciatrice Fifa del calcio femminile nel mondo

 

Autrice di un libro “La prima punta” del 2019, Carolina Morace parla non soltanto della propria storia personale, ma soprattutto dei  preconcetti della nostra società e dello sport in particolare.”

“Eravamo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso – spiega –  e sul volley delle donne si sentivano in prevalenza commenti di questo tipo: “Non è uno sport adatto a loro”, “Non è spettacolare” e ancora “Non potrà mai guadagnarsi un vero interesse da parte del pubblico, dei media e degli sponsor. La storia ha poi dimostrato l’opposto: per questo motivo ho sempre pensato che anche nel calcio sarebbe accaduto lo stesso.”

E ancora “Sono stata la supercampionessa di uno sport superminimizzato e che tuttora non riesce a costruire una prospettiva per le tante atlete che lo praticano, nonostante le esperienze dall’estero ci raccontino di grandi potenzialità: lo sport può cambiare la vita e ora, nel nostro paese, è arrivato il tempo del calcio femminile

Nel frattempo qualcosa si muove, Carolina. Il Comitato esecutivo dell’Uefa, ha scelto Torino per la finale di Champions League donne del 2022. La partita si giocherà all’Allianz Stadium della Juventus. Un’occasione per dare visibilità ad uno sport in crescita che merita attenzione.

Ragazzi, preparatevi a prendete appunti.

 

 

Link della puntata

https://www.spreaker.com/episode/27116244